Le penne verdi non avevano mai ricevuto un grande successo tra le penne nere e blu. In ogni caso, esistevano in quel periodo.
“Vorrei presentarvi le penne verdi, al vostro servizio” disse la maestra P. Enna, davanti alla classe.
“Salve a tutti. Il mio nome è Green e risolvo le centinaia”
“Siediti in un posto libero” disse la maestra. Il punto era che tutti i posti erano occupati.
Green fu visto con sospetto.
“Magari non sa fare niente” si dicevano gli altri compagni.
“A questo piacciono solo i prati” pensò il blu.
A storia delle Penne, Green fece scena muta. Non poteva saperne molto. A matematica delle Penne, Green superò tutti nel test. Per quanto riguarda geografia, conosceva solo le pianure. A Letteratura, l’importante era che ci fosse “Verde” nei testi studiati.
Arrivò l’ora di Penne Fisiche.
“Allora, dobbiamo fare le squadre come al solito e mi raccomando scegliamo anche il nuovo compagno, vero?” disse il maestro P. Enna. Avevano nomi molto comuni.
La penna blu e la penna nera fecero le loro scelte, anche se la penna rossa cominciò a lampeggiare.
“Pericolo un accidente”
Finì che Green venne scelto per ultimo. Lui ci rimase un po’ male, ma non disse nulla. Masticò amaro per tutta la durata della partita di basket, senza case.
“Mancano due secondi e la palla ce l’ha Green! Oh no, abbiamo perso!” disse qualcuno, ma ormai qualcosa in lui era scattato.
Prese il pallone, si liberò di tre avversari e la mise nel canestro di prepotenza, totalizzando due punti, ma decisivi.
“Abbiamo vinto grazie a Green! Allora non sai risolvere solo le centinaia!”
Da quel momento in poi, tutti nella classe superarono il pregiudizio e il signor Green divenne l’idolo delle folle.
“Scusa una cosa” chiese a un certo punto la penna rossa. “Com’è che ti trovi bene col basket, ché tu sei verde? Non ti veniva meglio il calcio?”
La penna Verde si ammalò di inchiostro simpatico e venne bocciata.