“Secondo te ci sarà un nuovo rinascimento?” chiede Carl. Come al solito, arriva e piomba coi suoi commenti senza senso. Voglio dire, perché sta interrompendo il momento idilliaco?
“Tutto inizia ora, niente è nato ancora” afferma ancora Carl. “Quindi possiamo dimenticare ciò che è stato e rifare tutto daccapo. Ti immagini il ritorno dell’Impero Romano? Cesare che muore di nuovo, Caligola che ritorna ad assumere cavalli per il Senato, e tutto il resto. Poi, oh, magari evitiamo tutta la roba di Nerone.”
Non ce la faccio a rispondergli. Sta delirando, e tirando fuori un sacco di falsi storici.
“Non esiste il tempo” prosegue lui. E dire che fino ad un minuto fa stavamo sdraiati a guardare le stelle. “Se non esiste il tempo, perché riteniamo che si è fatto tardi, rispetto a cosa? E di conseguenza, cosa rende le undici e mezza diverse dalle dodici meno un quarto? Che forse il cielo è diverso?”
Sospiro. “Ma non stavi parlando dell’Impero Romano, Carl?”
“No. Che cos’è, di fronte al tempo? Sto semplicemente riflettendo. Queste stelle e questo prato sono fonte di ottima ispirazione. Poi vorrei saperne che ne pensi”
“Che ne penso? Che ne penso, mi chiedi? Il mio silenzio, la tua parola… forse siamo così diversi, e non te ne accorgi! Mi chiedi che cosa sia il tempo… secondo me il tempo scorre e basta, siamo noi che ci preoccupiamo del domani, e non facciamo altro che gridare, gridare, gridare, al punto da sopraffare l’urlo di chi ci sta accanto, presi da una fretta che al tempo non appartiene. E dimentichiamo le cose importanti, presi dal decidere quale vestito mettere o programmare cose lontanissime nel tempo, e magari chi cerca aiuto disperatamente non viene sentito, a causa delle urla meno importanti”
Carl si spiazza e non riesce a dire altro. È stupito dalla mia affermazione e non riesce a ribattere. Volevo solo un momento di silenzio, ma forse l’ho rotto. Dovrò aggiustarlo?
Gli do il colpo di grazia.
“Se ci prendessimo ora un momento di silenzio, ti posso assicurare che sentiremmo molto di più che parlando. Ogni cosa, qui attorno, ci comunica e non ha nessun senso usare le parole stasera”
Io e Carl ci fermiamo ad ascoltare la brezza che sfiora l’erba, il frinire delle cicale, il lontano suono di una macchina che passa, il lento e regolare respiro delle nostre anime.
Ed è tutto così bello.