La battaglia era finita. Polvere, sudore e sangue lungo tutto il campo.
I superstiti se ne andavano. Nessuno aveva vinto. Alcuni cercavano di dare il colpo di grazia, pietosi, a coloro i quali stavano soffrendo davvero.
“Che inutile serata” commentò uno dei generali. Era rimasto intonso, l’armatura scintillante, foriero di una bandiera immacolata. Si sentì il più sporco di tutti.
“E adesso che si fa?” chiese uno dei suoi gendarmi. Lui aveva la spada sporca del sangue dei nemici, i quali cadaveri erano proprio lì intorno. Si confondevano con gli alleati, amici con cui bevevano la migliore birra del feudo. Avrebbero potuto essere anche padri di bambini che scorrazzavano nei villaggi, o che intagliavano legna, o suonavano il flauto.
Uomini, come loro. Però erano vivi. Uno di loro tossicchiò.
“Non… non avremmo dovuto combattere” disse il generale, l’unico a cavallo, l’unico a non avere mai vissuto l’esperienza della prima linea, non quella notte. Lo aveva fatto, da giovane, ma ormai lo aveva dimenticato.
“I nemici ci avrebbero devastato, signore” osservò saggiamente un altro del suo plotone. “Tutti questi morti sono un degno sacrificio per quello che ci è appena capitato”
Già, si disse il capo di quell’esercito. Ma avevano vinto davvero? Qualcuno avrebbe potuto dire che quella era stata una vittoria? Avevano fatto prigioniero soldati, principi, bandiere. Eppure nessuno di loro era felice.
Nessuno di loro aveva suonato il corno della vittoria. Ognuno dei vittoriosi piangeva il compagno, l’amico, il fratello, che non ce l’aveva fatta, che non stava osservando quell’alba radiosa, che non ne avrebbe più visto una.
“Il Re sarà contento, si canteranno lodi e canzoni riguardo questo giorno!” provò ad esclamare un soldato. Il Generale, sorridendo triste, scese dal suo destriero e abbracciò l’incauto sottoposto. Fu un abbraccio paterno.
“Le ballate che senti sono qui. Le respiri. Le stai vivendo tu stesso. Vuoi davvero comporre una canzone su questo tizio” indicò uno dei tanti cadaveri “che ha perso la testa? O quell’altro che ha fatto la cacca addosso? O ancora…”
“Capisco quel che volete dire, mio generale” commentò triste quel soldato. “La guerra è terribile.”