La principessa non salvata.

C’era una volta Astoria, una principessa.

Il regno di Borgozia, detto anche “il Paese delle ortiche” in quel periodo era prospero, e la nascita di Astoria era un’occasione felice per festeggiare. Cresciuta senza troppi patemi, aveva però bisogno di un principe.

“Papà!” esclamò a un certo punto, poco dopo aver compiuto sedici anni. “Ho bisogno di un principe!”

“Perfetto” rispose il Re, nel frattempo che scacciava un contadino affamato in malo modo. Non gli piacevano i contadini. “Finalmente, direi. Ho già pronto quello che fa per te!”

C’era da dire che Astoria non era una principessa bellissima, presentava un naso aquilino e alcune bolle in faccia, e in effetti anche il Re stesso aveva avuto difficoltà a programmare un matrimonio con le famiglie reali più vicine, che gli avevano dato le risposte più impensabili pur di non dare il proprio rampollo in sposo ad Astoria.

Infine, dato che anche la figlia voleva uno sposo, il Re decise di metterla su una carrozza e di scortarla alla Torre Dimenticata, ovvero una torre molto fatiscente e ricoperta di rampicanti che era stata dimenticata, ma riportata alla memoria grazie al colpo di genio del Re.

“Prima o poi verrà qualcuno a salvarti” disse lui, e ad Astoria non rimase altro che attendere.

Un paio di settimane dopo, mentre la principessa aveva già cominciato alcuni lavori di restauro della torre stessa, arrivò un cavaliere.

“Eccomi, mia adorata! Sconfiggerò il Drago che ti opprime per dimostrarti il mio amore!” esordì quegli, in groppa al suo cavallo bianco.

“Guarda che qui non c’è nessun Drago, solo tanta ortica e molta polvere, e fa’ attenzione alle assi di legno, sono instabili” disse Astoria, sperando che il pretendente le desse una mano con quei lavori faticosi per una persona sola. Il cavaliere scosse le spalle e, nel vedere la principessa, millantò una scusa: “Sì, ecco… mi piacerebbe aiutarti, ma adesso ho un consiglio di guerra e mi stanno aspettando” e fuggì via.

Astoria sapeva che non c’era in atto nessuna guerra al momento.

Qualche giorno dopo, arrivò un secondo cavaliere.

“Salve, sono un principe! Affronterò e sconfiggerò l’Orco affamato che ti tiene chiusa in questa struttura fatiscente e io…”

“Oh, buongiorno!” esclamò Astoria, affacciandosi. Il Principe sbiancò e disse: “Ehm… scusatemi, ma devo aver sbagliato torre!”

Astoria scrollò le spalle, chiedendosi se potesse esistere un principe più scemo di quello.

Passarono gli anni, e Astoria, una volta completato il restauro della torre, non vide più nessun pretendente. Infine, capì che la vera felicità era quella di sparare incantesimi maligni a tutti quelli che l’avevano trovata brutta e così, dopo aver finalmente aperto il libro degli incantesimi che era già stipato nella biblioteca della Torre, divenne una strega cattiva.

“Aahahahah! Adesso da questo mio antro salirò sulla mia scopa e trasformerò tutti i principi in…”

“Beh, per adesso sali, ché non vedo l’ora di partire” le disse la scopa volante, fremente.

In cosa li doveva trasformare?

Uno dopo l’altro, chi in teiera, chi in lampade ad olio, chi in appendi panni (e in quel caso il cavaliere ne guadagnò in carattere), il principe che aveva sbagliato Torre lo trasformò in una mappa. E così via, uno dopo l’altro, la figlia del Re di Borgozia si vendicò di tutti quelli che l’avevano rifiutata.

“Le streghe cattive sono principesse che non sono mai state salvate!” esclamò lei, ridendo come una folle.

“Salvate da cosa?” chiese l’Uomo- Broccolo, che era stato un principe, ma era stato anche erborista, farmacista, musicista e altre quattro cose che finiscono in ista.

“Dalla mia allergia alle ortiche! Ecco perché dovevo restaurare la torre, era piena della pianta tipica del mio Paese! Ed ecco perché mi vengono fuori le bolle che ho in faccia!”

L’Uomo- Broccolo le diede una cremina. “Prova questa”

Astoria spalmò la cremina sulla faccia e, miracolo! Le bolle sparirono e divenne bellissima. Astoria avrebbe voluto sposare il broccolo, ma non conosceva il contro-incantesimo per farlo tornare principe.

E allora fu costretta a sposare il broccolo. E vissero per sempre felici e contenti.

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