Fagioli dotati di motosega/11

Isonzo, Isotto e Tonto erano dunque riusciti a scappare per il posto che non conoscevano neanche loro.
“Scusate?” disse il primo. “Se non sappiamo dove andare, dov’è che stiamo andando?”
La domanda aveva senso.
“Allora, stupido stolto” rispose Tonto, che sapeva e conosceva un sacco di cose che ancora doveva analizzare, per vedere se erano vere. L’esperienza con i cannellini lo aveva cambiato profondamente. Adesso poteva anche chiamarsi Furbo, se il nome di battesimo per un fagiolo era permesso che potesse essere cambiato. “Se noi stiamo andando da qualche parte, vuol dire che abbiamo un luogo dove arrivare, no? Un viaggio, qualunque sia, parte da un punto A fino ad arrivare a un punto B. E il nostro punto B è… è…”
“Eh” aggiunse Isotto. “Non lo sai nemmeno tu”
“Trovato!” esclamò Isonzo, indicando un paese sperduto nelle montagne. Si chiamava Blovetto di Montalbino.
Blovetto di Montalbino era al confine tra la regione quella e quell’altra, non lontano dove scorreva l’Isonzo fiume, per intenderci. Li ho fatti spostare perché l’omonimia stava cominciando a seccarmi, però posso assicurare che quel villaggio era pieno di elefanti.
Piccoli.
Elefanti piccoli.
Andavano avanti e indietro. Isotto sin avvicinò a uno di loro. “Buongiorno, posso parlare col sindaco?”
“Col sindaco? Intendi dire colui che ci ha dato in natali, diretto discendente degli elefanti di Annibale?”
“Ma Annibale non era andato in barca?” chiese Tonto.
“Sei tonto o cosa?” barrì imbarazzato l’elefante. “Secondo te perché possiamo essere verosimili? Gli elefanti sono stati portati da Annibale il giorno in cui da Cartagine arrivò a Roma e la trucidò per bene”
“Ma se doveva andare a Roma” insisté Tonto “Tanto valeva prendere le navi, o no?”
Gli elefanti si guardarono. In effetti, aveva anche senso. Che strada aveva fatto, il capo dei Fenici, per arrivare alle Alpi dalla Tunisia? E non aveva mai trovato traffico?
“Va bene, va bene, vi faremo parlare col sindaco. Ma perché avete queste motoseghe?”
“Ci sono state date dal saggio fiume Isonzo, colui che ha visto un termosifone andare in giro con un comodo yacht che fa anche i neon sott’acqua, confondendo molti lucci”
“Oh”
In effetti, arrivò il sindaco, accompagnato da un luccio che aveva una bombola d’acqua per respirare. Andava in monopattino, com’era usanza allora.
“Che cosa volete da noi, discendenti del famoso Cartaginese che attraversò queste valli, o altre valli, non sappiamo?”
“Sì, ecco” rispose Isotto. “Secondo voi, Tristano è di Trieste?”
Non era forse una domanda che aveva risposta.

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