
5 Le nuvole fanno il caffè
Era buna brutta giornata per Georgino. Il vento lo rallentava, la pioggia lo inumidiva e nuvole grigie erano sopra di lui, pronte a colpirlo alla prima occasione.
“Non c’erano le condizioni per volare!” esclamava disperato, rivolto ai suoi piloti. Non potevano ascoltarlo, anche perché non parlavano la lingua degli aerei.
“Infatti a volte si deve rimanere coi piedi per terra!” esclamò una nuvola. Georgino ancora non sapeva riconoscerle tutte.
“Smetti di piovere!” tentò di ordinare l’aereo, ma il suo interlocutore non capì perché proprio in quel momento soffiò un vento che coprì le orecchie di tutti.
“Cosa? Sappiamo fare il caffè?”
“Non ho detto…”
“Non hai detto niente! Adesso faremo il caffè! Vero, Cumuli?”
I Cumuli approvarono e ci fu anche qualche applauso che si tradusse con dei fulmini. Come si faceva, tuttavia, il caffè?
I Cumuli si riunirono. Tante opzioni vennero fuori, mentre la pioggia ancora imperversava. Georgino ce la stava mettendo tutta per non cadere.
“Secondo me occorre il saldatore che cercava Georgino. Non uno qualsiasi, proprio quello” disse un Cumulo.
“Secondo me siamo un cumulo di sciocchezze” si definì un altro Cumulo. Gli lo presero a colpi di fulmini, e niente c’entrava l’amore.
“Secondo me, invece, occorre l’acqua e il caffè” disse una terza nuvola, che per inciso portava il nome di Cirrostrato.
“Eh certo! La fai facile tu! Ma dove lo troviamo un caffè qui nel cielo?” chiesero tutti i Cumuli. Improvvisamente arrivò un Cirro.
“Mi chiamo Curo, il Cirro imitatore” si presentò. “Sono pronto a fare da caffè!”
Si trasformò in un chicco. Un altro Cirro disegnò nel cielo una caffettiera e il chicco si infilò dentro, sfruttando anche l’acqua piovana.
I Cumuli si stupirono nel vedere quello spettacolo d’arte. Nessuno aveva mai pensato a una cosa del genere.
“Tu hai mai pensato che noi nuvole siamo capaci di fare il caffè?” chiese un Nembostrato o uno Stratocumulo.
“No, perché preferisco disegnare i dragoni nel cielo” rispose quello, e in effetti si trasformò in una perfetta testa di drago con tanto di Cumuli che fungevano da fiammelle di fuoco. Bianco, ovviamente. Georgino assisté alla creazione del caffè e rimase basito. Stava di fatto che quella caffettiera bianca e morbida cominciò anche a sobbollire, poi, una volta uscito tutto, si tolse dal fuocherello immaginario e andò a versarsi attraverso i Cumuli, che ancora piovevano.
E fu così che cadde caffè dal cielo, facendo la gioia dei suoi fan e la tristezza dei suoi non fan. L’aeroplano evitò il più possibile di essere colpito da quel liquido marrone scuro ma fu molto difficile. Era come evitare di essere colpiti da un violento acquazzone.
E Georgino divenne marrone, per la gioia di un gabbiano che passava di là. L’aereo lo vide e cercò di seminarlo ma il volatile fu stranamente più veloce, inoltre, con la bava alla bocca, stava dicendo “Fermo lì, barretta di cioccolato!”
“Ma sono fatto di caffè! Dov’è che senti odore di cioccolato?” chiese disperato Georgino, mentre cadeva ancora caffè.
“Georgino!” esclamò una voce. “Non è caffè quello che hai addosso, ma acqua!”
Lui provò ad annusare le lamiere di cui era fatto. Ed era vero: quella del caffè era solo un’illusione. Avrebbe dovuto ringraziare chi aveva parlato, ma non ne aveva idea. Guardò a destra e a sinistra, ma c’erano solo nuvole costernate per essere state scoperte, loro che di solito coprivano.
Fu solo allora che smise di piovere.”Sono contento di avere alleati” disse, per poi proseguire la sua rotta a tutta velocità, seminando anche il gabbiano goloso di cioccolato. “Ma chi è l’alleato in questione?”
“Chi vuoi che ci sia qui nel cielo?” chiese uno Strato, un tipo di nuvola dal quale diffidare. “Siamo solo noi, te e gli altri aerei. Non puoi sfuggir…”
“Guarda, una mongolfiera!” esclamò tutto contento l’aereo, anche solo per contraddire lo Strato che già stava sparando abbastanza sciocchezze. Tutte le nuvole si stupirono. Non ne avevano mai vista una o era semplicemente un ritorno?