Le avventure delle nuvole/43

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43 Come la pioggia e la neve
“Sai, Cirro? Molte volte mi chiedo cosa abbiamo in comune col vapore acqueo”
Era molto facile, per il Cirrostrato, parlare in quei termini. Non aveva altro che spaparanzarsi sul divano e girare in continuazione il proprio bicchiere di vino di nuvole. Era un’ottima annata.
“Be’, sai” rispose il Cirro, che invece era in piedi, dando le spalle al suo interlocutore, e rifletteva sugli aerei che passavano. “Siamo un po’ come la pioggia e la neve”
“In che senso?” chiese.
“Nel senso che assomigliamo alla pioggia e alla neve” rispose stizzito il Cirro. “Scendono giù dal cielo e non vi ritornano senza irrigare e far germogliare la terra”
Il Cirrostrato continuò a far girare il liquido dentro il bicchiere di nuvola. “Forse hai ragione”. Prese un bicchiere e cercò di entrarvi, ma era molto difficile.
“E allora Karen?”
Il Cirro ci pensò su.
“Non so. È ancora Gocciolina?”
“Non vorrei che sia stata bevuta” disse il Cirrostrato. “!Non lo dico tanto per me, quanto per Cumy. Ancora la sta aspettando. Non è vero?”
“Sto aspettando da tanto tempo questo momento, che deve venire” rispose lui. Nel frattempo, ingannava il tempo pescando pesci che non esistevano. Le altre nuvole lo consideravano pazzo.
“Gli verrà un esaurimento nervoso se continua così” disse il Cirrostrato. “Perché non lo facciamo curare dai dottori?”
“Perché sono Altostrati, e sai anche tu che loro, in quanto nobili decaduti, non curano tutti” rispose il CIrro.
“In realtà tu non vuoi alzarti da questa sedia” obiettò il Cirrostrato.
“Come la pioggia e la neve” rispose lui.
“E cosa c’entra adesso?” chiese il Cirrostrato. Osservò lo spritz che l’altro teneva in mano. Forse non era spritz, ma solo anidride carbonica pura.
“Niente, dovevo far piovere” rispose.
Il Cirrostrato ne fu sicuro.
“Guarda che i Cirri fanno gli arcobaleni, mica fanno piovere”
Il Cirro sbiancò. Un arcobaleno uscì direttamente dal suo piano posteriore.
“Però annunciamo la pioggia”
“Con la temperatura elevata” disse il Cirrostrato.
“Eh, ma ne sai sempre una più del diavolo”
Saperne una più del diavolo non era come saperne una più degli angeli, ed essendo il cielo, poteva capitare di incontrarne qualcuno. Solo che non era mai capitato.
“Fra noi, chi fa la pioggia e chi la neve?” chiese il Cirro.
“Non lo so” rispose sinceramente il Cirrostrato. “Dovremmo fare un sondaggio. Magari c’è chi vorrebbe farla e non può”
“Oh, credimi, nessuno vuole fare piovere. A meno che tu non sia veramente malvagio come un Tornado”
“Smettetela di prendermi in giro perché una volta ho parlato col naso!” esclamò il Tornado, che era tornato da una vacanza.
Nessuno lo ascoltò.
“E comunque cosa gli costa dire sono tornato in maniera normale, io proprio non lo so” considerò una nuvola di passaggio.
“Tu pensa a far piovere!” ordinò il Cirro.
“Come sarebbe? E perché proprio io?” chiese la nuvola. Non si riconosceva in quella scala di nomi e voleva essere chiamata solo Nuvola.
“Già, perché proprio lui?” intervenne in Cirrostrato. “Abbiamo tante nuvole, qui!”
Il Cirro si guardò attorno. Il cielo era limpido.
“Siamo rimasti noi tre”
“Be’, ma chi fa da tre fa per sei! E tre per sei, diciotto! Quindi, diciotto nuvole pronte a sgocciolare neanche fossimo pezze da straccio!”
“Pezze o straccio?” chiese il Cirro. Nel frattempo la nuvola di passaggio se n’era andata.
“Chi lo sa, vecchio mio” rispose il Cirrostrato. “Chi lo sa?”

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