Lo Yeti disse “Che ci fai qui, leone dalla forma curiosa?”
“Non ne hai mai visto uno, eh? Tutti i leoni hanno la criniera” obiettò.
“Forse” disse l’abominevole. “Ma allora perché lasciare i capelli lunghi e il resto quasi spelacchiato?”
“Ma stai zitto!” esclamò Giacomino, irritato. “Zitto, e vedi di tornare al tuo paese”
“Ah, sì, a proposito di questo” proseguì lo Yeti, ignorando beatamente un leone inferocito con le zampe in bella vista. “Il semplice motivo che tu abbia comprato questi latifondi, chissà con quale versamento di denaro, sempre se sia tracciabile, non fa di te il padrone assoluto delle vite che ci marciano su. E sta di fatto che io stia facendo vacanza qui nella savana. Non è possibile? È forse vietato? Oh, se è vietato tanti cari saluti e me ne vado in costa Smeralda”
Il tono usato dall’uomo delle nevi in vacanza nella savana era talmente gelido da ricordare la tramontana in certe zone nordiche, là dove faceva ancora freddo e il riscaldamento globale non era arrivato.
Giacomino si sentì in colpa, per qualcosa che non aveva fatto, né pensato. Eppure piegò la testa e chiese scusa.
“Ecco, adesso ragioniamo” disse lo Yeti. “Vieni a bere un po’ di Bò Cha”
“Eh? Che razza di veleni vuoi farmi ingurgitare?”
“Si tratta di tè e burro, tutto qui, non ti preoccupare”
“Ehi! E io?” protestò il cielo. “Hai scalato la montagna per…”
“Ah già. Il burro fa ingrassare, poi non posso più levitare verso l’alto”
“E cosa vai a fare su in cielo? Sei per caso morto?”
Lo Yeti guardò il cielo grigio e lo capì subito. “Oh. Qui non piove da giorni e giorni”
“Ehm…” il cielo si ritrovò in castagna, peraltro lanciò una castagna in faccia all’abominevole, che però non subì alcun danno.
“E non sarà lanciando castagne alle persone che te la caverai” borbottò.
Le avventure di tutto 