“… E concludiamo il nostro talk show con un ospite d’eccezione. Salve, gas”
“Salve, salve a tutti”
“Credi che sia il caso di farti vedere sottoforma di corpo?”
“No, non credo. La mia storia è solamente fatta di stato liquido, stato solido e terzo stato”
“Sai, vero, che il terzo stato non ti riguarda?”
Il gas diventa asfissiante. Il presentatore comincia a prendere aria, forse non avrebbe dovuto provocarlo.
“Ecco perché. Credo che tu abbia capito il motivo.”
“In… in effetti, ho capito. Allora proseguiamo. Ci racconti la tua storia”
“Oh, beh, non c’è molto da raccontare. Sono nato in un quartiere suburbano. Qualcuno stava passeggiando e a un certo punto ha sentito un fastidio allo stomaco, subito liberato da… me, che sono il gas di cui sopra. Sono rimasto un po’ fermo, all’inizio, perché l’aria fresca minacciava di spazzarmi vis. Fortunatamente ho subito trovato un bidone dell’immondizia mai svuotato, e lì rimasi. Imparai a scrivere, a leggere e a far di conto, e conquistai la stima di molti sacchetti, fintantoché non passava il camion che li portava via, non ho mai capito dove.
In seguito, sono andato in aria. Lo so che forse avrei potuto pensarci prima, ma vedi, non mi fidavo.”
“Perché?”
“Perché il cielo mi guardava in un modo strano. Talmente strano che ho cercato di rifugiarmi dentro le fognature, talmente strano che una capra mi ha guardato male. Le ho chiesto cosa ci facesse nella suburbia della città, là dove vive fatica, polvere e sudore”
“Addirittura. Può un gas sudare?”
“Ero anche io scettico. Invece, ecco, posso sudare”
Il gas comincia a stropicciarsi neanche fosse una pezzuola, e un po’ d’acqua cade nello studio.
“Pazzesco”
“Solo se lo vedi con gli occhi. Se lo vedi dal punto di vista di un gas, anche se fosse un gas serra, non lo è”
Fa una pausa.
“Non lo è.”